Prodotti delle api

I prodotti dell’alveare

Attraverso la loro labororiosità attività, le api producono miele, polline, cera, pappa reale e propoli

Miele

Il miele è una delle sostanze per cui si è ritenuta indispensabile una specifica normativa ed è regolamentato dalla legge n°753 del 12 ottobre del 1982, che disciplina la sua produzione, il confezionamento e l’etichettatura.

Precisamente, viene definito come “prodotto alimentare che le api domestiche producono dal nettare dei fiori o dalle secrezioni provenienti da parti vive di piante o che si trovano sulle stesse, che esse bottinano, trasformano, combinano con sostanze specifiche proprie, immagazzino o lasciano maturare nei favi dell’alveare.

Tale prodotto può essere fluido, denso o cristallizzato.”

Ingrediente principale

L’ingrediente principale, per la produzione del miele è il nettare, una sostanza zuccherina che le piante producono per attirare gli insetti impollinatori. Le api trasportano così i pollini, elementi fecondanti, su altri fiori. Piante diverse danno nettari diversi e di qui nasce la varietà del prodotto.

Altro materiale di partenza per la formazione del miele è la melata, prodotta in seguito all’intervento d’insetti parassiti (afidi e cocciniglie), che succhiano la linfa delle piante.

Questi, sono dotati di un apparato boccale pungente succhiante che consente loro di perforare i tessuti della pianta ospite, assorbendo la linfa che scorre all’interno. Le goccioline, espulse da questi insetti, cadono sulle foglie sottostanti, dove le api le raccolgono.

Scorte di cibo

Solo le api (e pochi altri insetti a loro simili) fanno miele perché solo loro, tra gli animali che si nutrono di nettare e polline, hanno la necessità di accumulare scorte di cibo. Risolvono il problema trasformando il cibo fresco dell’estate in un alimento a lunga conservazione. Come alimento, il miele può essere visto come una fonte di zuccheri semplici e per questo è un cibo altamente energetico e dolcificante. In questa categoria è l’unico che non necessita di nessuna trasformazione per arrivare dalla natura sulla nostra tavola.

Antibiotico naturale

Proprio per la sua capacità di conservarsi il miele è impiegato come antibiotico naturale. Questa azione difensiva è dovuta all’elevata concentrazione zuccherina, al pH acido e alla presenza del glucosio-ossidasi, un enzima, che catalizza la ossidazione del glucosio da parte dell’ossigeno molecolare, con formazione di perossido di idrogeno e acido gluconico. Per ottenere il massimo effetto antibiotico, l’ideale è il miele grezzo, non trattato, in quanto le alte temperature cui viene sottoposto, durante la pastorizzazione, neutralizzano queste sostanze enzimatiche.


Tipologie di miele e loro caratteristiche

Sembra incredibile a dirsi ma le varietà di miele sono infinite perché le variabili che influiscono sulla produzione sono veramente tante: la prima differenza la fanno le piante o i fiori da cui viene ricavato il nettare durante i voli delle api, ma influiscono sicuramente in modo decisivo anche la zona geografica, l’altitudine e la stagione in cui viene prodotto.
In generale il miele derivato da un unico tipo di fiore è detto monoflorale, quello originato da diversi fiori si chiama millefiori.
Per quanto riguarda il nettare, sicuramente occorre ricordare che le api bottinano (cioè prelevano il nettare e il polline) da più fiori, quindi non ci sarà mai un miele prodotto solo ed esclusivamente da una varietà di pianta, ma si ottengono mieli che hanno sicuramente una prevalenza di aromi. Anche la consistenza del miele può variare molto a seconda della sua derivazione “floreale”, infatti può essere da viscoso a denso, fino a cristallino. Può essere molto diverso anche alla vista con colori che vanno dal dorato ad ambrato a seconda del fiore di provenienza. Infine tutte queste variabili incidono sulle qualità organolettiche, con mieli che possono essere dolci, molto dolci, o anche amarognoli, come nel caso del miele di castagno.

Conservazione
Grazie alle qualità di antibatterico, il miele è un alimento che naturalmente ha una lunga conservazione. Tuttavia, sono possibili alcune alterazioni dovute principalmente ad umidità, luce, calore. L’umidità favorisce la fermentazione, la temperatura e la luce influenzano direttamente l’aroma e i principi nutritivi, quindi è opportuno conservare il miele in recipienti ermetici (il miele tende ad assorbire umidità ed odori dall’ambiente) e al buio ad una temperatura sempre inferiore ai 20 gradi.
Infine vorrei ricordare che la cristallizzazione del miele è un fenomeno naturale che indica la sua ottima qualità e l’assenza di trattamenti termici, la sua maggiore o minore velocità dipende esclusivamente dalla maggiore presenza di fruttosio legata alla specifica tipologia del miele (acacia cristallizza lentamente, edera rapidamente). È bene inoltre ricordare che la cristallizzazione dimostra la mancanza assoluta di trattamenti termici che ne comprometterebbero le proprietà organolettiche.
Vediamo quindi di seguito i mieli più importanti e conosciuti e le loro caratteristiche, i formaggi da abbinare, l’utilizzo che se ne può fare.

Miele di acacia

Apicoltura Giordano vasetto acacia

Si tratta un miele riconoscibile perché caratterizzato da uno splendido colore chiaro, tra il bianco e il giallo paglierino, leggermente ambrato, ha una consistenza liquida e setosa con un aroma molto tenue e delicato, leggero e fruttato, che sa di fiori, con un sapore molto dolce. Ha la caratteristica di contenere più fruttosio che glucosio, per questo motivo la sua cristallizzazione è molto ritardata e quindi rimane liquido a lungo.
Utilizzo, abbinamento e benefici
Il miele di acacia è considerato un eccellente e potente dolcificante e quindi si presta a sostituire lo zucchero nelle bevande, di cui non ne altera il sapore perché ha un gusto delicato, quasi vanigliato, che non sovrasta i sapori ed è ideale come dolcificante di latte, caffè o the. E’ anche indicato per accompagnare formaggi, in particolare quelli erborinati come il Gorgonzola, ma anche il pecorino stagionato, sardo o Romano, e il Provolone; inoltre è indicato per accompagnare la frutta fresca di stagione.
Il miele di acacia è noto per la sua virtù di regolare l’intestino.

Miele di castagno

Apicoltura Giordano vasetto castagno

Il miele di castagno deriva da castagneti naturali, è di colore molto scuro, con tonalità che, a seconda delle zone di provenienza, vanno dall’ambra scuro al nero; viene prodotto un po’ in tutta la penisola italiana nella fascia montana e collinare, dove crescono appunto i castagni. Questo miele, avendo un contenuto maggiore di fruttosio piuttosto che di glucosio, tende a rimanere liquido con una cristallizzazione ritardata; il suo aroma è forte e intenso, mentre il sapore non è esattamente dolce, ha infatti un gusto particolare, gradevolmente amarognolo, con un retrogusto leggermente amaro e persistente che lascia la bocca asciutta. Per merito del suo profumo forte e penetrante, con una piacevole nota tannica, incontra il gusto di molti estimatori.
Utilizzo, abbinamento e benefici
Per il suo gusto particolare, il miele di castagno è ritenuto poco adatto come dolcificante, mentre si accompagna perfettamente ai formaggi, meglio se non eccessivamente piccanti. Ad esempio è ritenuto ottimo per i formaggi stagionati di capra e misto di capra, o anche per alcuni formaggi meno stagionati o vaccini, quali ad esempio il Raschera Dop, il Puzzone di Moena, il Caprino Ossolano, ma anche altri tipi quali il Caciocavallo, il Parmigiano Reggiano e la Caciotta toscana. Il miele di castagno è anche indicato in alcune ricette per aromatizzare le carni. come alcuni piatti a base di arrosti.
È emolliente e lubrificante, aiuta così a guarire dalle affezioni respiratorie e dalla tosse persistente, lenisce i problemi di digestione causati da ulcere gastriche. Inoltre favorisce la circolazione sanguigna, è antispasmodico, astringente, disinfettante delle vie urinarie. Consigliato per anziani e bambini.

Miele millefiori

Apicoltura Giordano vasetto millefiori miele biologico

Il miele di Millefiori è ricavato dal polline di fiori diversi e dalla melata di più piante. Ha un gusto dolce e gradevole, può essere di colore biondo o rossiccio, denso di sfumature che variano a seconda della stagione e della zona di produzione. Di conseguenza ha un aroma forte e gradevole che può variare da un anno all’altro anche in base al luogo di provenienza.
Utilizzo, abbinamento e benefici
Questo tipo di miele è ideale sul pane e sulle fette biscottate per la prima colazione o come dolcificante per bevande sia cale che fredde. Il Millefiori è un ottimo miele da tavola, si ritiene particolarmente adatto per la preparazione di dolci casalinghi. Si può degustare, per contrasto, con formaggi stagionati o semipiccanti.
Consigliabile in particolare per i bambini, i giovani in crescita, gli sportivi, i malati, le gestanti, gli anziani, chiunque svolga lavori stressanti e faticosi e per il trattamento dell’influenza, della tosse, delle malattie polmonari. Per l’apparato digerente ha una funzione stimolante e regolatrice. Diuretico. Antianemico. Fissa il calcio e il magnesio nelle ossa.

Miele di rovo

Vasetto miele rovo Apicoltura Giordano

Miele prodotto con nettare di fiori di rovo, pianta riconducibile a diverse specie di rosacee spinose, particolarmente diffuse nelle aree abbandonate, rocciose, presso ruderi e nei pascoli montani aridi dell’area, che produce frutti conosciuti comunemente col nome di “more”. Il prodotto ha colore ambrato più o meno scuro, sapore di frutto maturo o confettura, profumo delicato
Utilizzo, abbinamento e benefici
Ricco di sali minerali e vitamine, particolarmente indicato nel caso di infiammazioni, stati influenzali e nelle diaree infantili. Si abbina bene con formaggi freschi come Ricotta e formaggi caprini.

Miele di Sulla

Apicoltura Giordano vasetto sulla

La sulla, o Erba Sulla, è una pianta leguminosa. Nella nostra penisola è presente nelle regioni centro-meridionali perché è una pianta che, nonostante cresca bene in terreni argillosi e non tema la siccità, non resiste alle temperature troppo rigide.
È un’ottima pianta foraggera, ricca di proteine e quindi particolarmente nutriente per il bestiame. In agricoltura, viene anche utilizzata per la rigenerazione del terreno.
Fiorisce nel periodo compreso fra aprile e giugno ed è una ricca fonte di nettare per le api.
Il miele di sulla è un miele a rapida cristallizzazione, formando cristalli medi o fini. Quando è ancora allo stato liquido, ha un colore che va dal trasparente al giallo paglierino, per poi virare al bianco-beige quando cristallizzato. Ha un sapore molto delicato, con note vegetali o con componenti fruttate.
Utilizzo, abbinamento e benefici
Il miele di sulla ha un potere dolcificante inferiore a quello di mieli come l’acacia e ha una concentrazione molto alta di glucosio. È anche ricco di ferro, rame, zinco, magnesio e manganese, il che lo rende un ottimo alleato per atleti e sportivi. Sono anche presenti vitamina A, C e alcune del gruppo B. Il miele di sulla apporta numerosi benefici al nostro organismo. Ha un effetto depurativo e disintossicante. Come tutte le altre tipologie di miele, infine, è particolarmente indicato per contrastare mal di gola e tosse. Il suo sapore delicato rende il miele di Sulla un prezioso ingrediente in molte ricette. Viene impiegato nella preparazione di dolci, come ad esempio il torrone, ed è molto apprezzato come dolcificante di tisane e bevande. Interessante è sicuramente il suo abbinamento con alcuni tipi di formaggio, come il caprino e la ricotta.

Polline

Il polline si ottiene utilizzando speciali reti poste in prossimità delle arnie: al momento della nascita delle larve, le api bottinatrici raccolgono più di quello che serve all’alveare, per cui gli apicoltori hanno inventato degli schermi per grattare questa sostanza dal loro corpicino mentre entrano nell’alveare. Si presenta sottoforma di granuli morbidi e malleabili, e con un profumo e sapore fiorito, dolce, simile al miele grezzo.

Il caratteristico sapore “fiorito” del miele, infatti, è dovuto alle piccole quantità di polline presenti. Questo prodotto dell’alveare è uno degli ingredienti della dieta delle api, costituito dalle cellule germinali maschili delle piante (le spermatofite), che si presenta come una polvere fine di colore giallo o marrone chiaro. Le api operaie, viaggiando di fiore in fiore, raccolgono il polline in speciali “ceste” poste sulle loro zampette, e lo trasportano involontariamente ad altre piante della stessa specie, permettendo così la riproduzione di quelle piante.

Il polline è impiegato in fitoterapia come ricostituente perché è un alimento completo. Ricco di proteine (6-30%); aminoacidi (15-22%); lipidi (1-10%); acidi grassi insaturi e steroli; carboidrati (fino al 50% allo stato secco); zuccheri semplici (4-10%); acqua (12-20%); vitamine (vit.C, A, ac.pantotenico, ac.folico, complesso B); enzimi; ormoni; fattori antibiotici; sali minerali (ferro, calcio, magnesio potassio e zinco) e flavonoidi.

Nel nucleo della sua cellula, il polline racchiude il segreto della vita: le molecole DNA e RNA che stabiliscono la funzione vitali di tutte le cellule. Grazie a queste sostanze rafforza e nutre l’intero organismo, combatte gli stati di affaticamento psicofisico rivelandosi un ottimo adattogeno e antiossidante.

polline

Pappa reale

Considerata il prodotto più pregiato e ricco dell’alveare, la pappa reale si presenta come una sostanza bianca, lattiginosa e viscosa, prodotta dalle ghiandole salivari delle api nutrici; ed è chiamata “reale” o “gelatina reale”, perché è l’alimento essenziale della dieta riservata all’ape regina e alle giovani larve, durante i loro primi tre giorni di vita.

Grazie a questo nobile nutriente, la larva reale ha da subito una crescita straordinaria e vivrà fino a 3-4 anni, diversamente dai fuchi, la cui vita dura tre mesi, e dalle operaie, che non superano i 45 giorni.

Quando le api si accingono ad allevare una nuova regina, costruiscono celle speciali (reali), in fondo alle quali accumulano il cibo destinato alla super-alimentazione delle larve che si trovano nelle celle stesse. L’apicoltore, prelevando queste celle e sacrificando le future regine, ha così la possibilità di estrarre questo complesso vitaminico favoloso.

Dal sapore aromatico e gusto aspro (pH 3,5-4,5), viene raccolta tramite la raschiatura, con attrezzi non metallici o attraverso la suzione con un tubo di vetro, quindi filtrata per rimuovere le impurità. Le sue attività biologiche sono dovute alla ricchezza nei principi nutritivi e alla loro efficace azione sinergica.

Priva di controindicazioni, è usata per fortificare l’organismo in periodi particolari, come i cambi di stagione, prima di un esame, in momenti di stanchezza, affaticamento, difficoltà di concentrazione o convalescenze.

Da tempi remoti la pappa reale è utilizzata dalle donne in gravidanza o in fase di allattamento, da bambini e anziani, per via delle sue proprietà benefiche.


pappa reale

Cera

Diversamente da quanto accade per altri tipi di imenotteri che costruiscono i loro nidi con materiali raccolti in natura (per esempio, sostanze cellulosiche o fango), le api provvedono loro stesse a produrre la cera con la quale edificano le strutture interne dell’alveare, i favi. La cera proviene dalle ghiandole ciripare localizzate nelll’addome delle api operaie.

Appena secreta si presenta sotto forma di minuscole scagliette incolori. Le operaie costruttrici provvedono a plasmare con le mandibole il materiale per arrivare alla forma voluta. La cera possiede caratteristiche ideali per l’uso “edilizio” che deve avere: è solida ma diventa malleabile e plasmabile a temperatura attorno a 35°C (per poi fondere completamente a 62-65°C).

Per migliaia di anni la cera d’api è stato l’unico materiale del suo genere disponibile ed è stata per questo utilizzata in centinaia di modi diversi. La tecnica moderna, offrendo sostanze con analoghe caratteristiche e simili possibilità d’impiego, ha oggi ristretto enormemente l’uso della cera d’api, limitandolo ai soli casi in cui è veramente insostituibile.

Ancora oggi presso le culture che adottano sistemi di apicoltura tradizionale o semi-razionale, l’estrazione di miele, per pressatura o fusione dei favi, dà come sottoprodotto una discreta quantità di cera. In alcune situazioni questa viene utilizzata in loco per gli usi tradizionali; in altre viene indirizzata all’esportazione verso paesi industrializzati.

Questo prodotto dell’alveare è impiegato, oltre alla produzione di pregiate candele naturali, nel campo cosmetico, farmaceutico e dei lucidi per mobili, pavimenti e pellami. Soprattutto in campo dermatologico il suo utilizzo è largamente diffuso. Basti pensare al “cerato di Galeno”, un’antichissima formula di pomata protettiva per la pelle a base di cera d’api e acqua di rose, ancora oggi riportata in farmacopee internazionali. Il largo uso nei settori sopra menzionati va collegato alla capacità che la cera d’api ha di formare un film protettivo ma non occlusivo sulla superficie della cute, oltre che alle sue doti di alta stabilità.


Cera d'api

Propoli

La propoli è una sostanza prodotta dalle api, a partire dalle resine che raccolgono dalle gemme e dalla corteccia delle piante (pioppi, abeti, olmi, betulle, ecc.) e che poi mescolano con gli enzimi della loro saliva, cera e polline. Sembra che etimologicamente “propoli” derivi dai vocaboli greci pro, “difesa” e polis, “città”, proprio a significare il suo utilizzo da parte delle api, che la impiegano per difendere l’alveare dai pericoli che possono minacciarlo: le malattie e i predatori.

I laboriosi insetti usano questa sostanza nei loro alveari sia come materiale da costruzione per rivestire le pareti interne delle celle, dove depongono le uova e allevano le larve e sia come antisettico. In questo caso è applicata per “sterilizzare” l’alveare, in particolare l’entrata delle cellette destinate ad accogliere le uova; oppure per evitare la decomposizione di eventuali animaletti “intrusi” riusciti a penetrare nell’alveare, troppo pesanti per poter essere trascinati fuori e che perciò vengono letteralmente “mummificati” dalle api.

propoli
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