Miele

Articolo ripreso da “ilfattoalimentare.it”

“From the Hives – Dagli alveari” è il nome dell’operazione organizzata dalla Commissione europea nel 2021 per valutare la presenza di miele adulterato sul mercato. L’azione è stata coordinata dalla direzione per la Salute e la sicurezza alimentare della Commissione europea in collaborazione con le autorità nazionali di 18 paesi che fanno parte della rete europea per le frodi alimentari insieme al Regno Unito e sostenuto dal JRC, il Centro comune di ricerca della commissione UE, insieme a Olaf, l’Ufficio europeo antifrode.

Su 320 lotti di miele, ben 147, pari al 46%, sono risultati adulterati

La ricerca ha confermato che un’ingente parte di miele importato in Europa è sospettato di non essere conforme con le disposizioni della “Honey Directive”, in quanto additivato con sciroppi di zucchero a basso costo. Secondo le analisi condotte da novembre 2021 a febbraio 2022 su 320 lotti di miele, importati da 20 paesi, sulla base di un campionamento random ben 147, pari al 46%, sono risultati adulterati. Si parla di miele adulterato quando dalle analisi risulta l’aggiunta di sostanze come: acqua o zucchero, e proprio quest’ultimo è il più frequentemente usato per aumentare il volume del prodotto

Si tratta di numeri decisamente in aumento rispetto a quelli ottenuti nel 2015-17 quando la percentuale era del 14%. Il più alto numero di spedizioni sospette arriva dalla Cina (74%), anche se il miele originario della Turchia ha una proporzione più alta di campioni classificati come irregolari (93%). Per il miele importato da UK  siamo al 100% di casi dubbi, e questo è dovuto molto probabilmente al fatto che in origine il miele è prodotto in altri paesi e successivamente miscelato in UK prima di essere nuovamente esportato in UE.

Durante l’azione coordinata dell’UE, 133 imprese (70 importatori e 63 esportatori) sono risultate coinvolte. Riuscire a rilevare la presenza di sostanze alteranti rimane un problema complesso poiché gli attuali metodi analitici, seppur sofisticati, non sono ancora sufficientemente sviluppati a livello internazionale, e un semplice test non è sufficiente a stabilire l’autenticità del miele, per questo motivo l’azione coordinata si è avvalsa di diversi strumenti di indagine con raccolta di informazioni sulla tracciabilità, sul luogo di importazione, lavorazione, miscelazione e imballaggio. Le azioni investigative hanno permesso di evidenziare una complicità tra alcuni importatori ed esportatori.

Le pratiche scorrette sono state effettuate il più delle volte con l’utilizzo di sciroppo di zucchero per adulterare il miele e abbassare il prezzo, sia nei paesi non-EU che nel territorio EU. Un altro modalità è il mascheramento della reale origine del miele intervenendo sulle informazioni di tracciabilità e rimuovendo i pollini.

Il danno maggiore riguarda i produttori che si interfacciano con una concorrenza sleale

In un recente comunicato il governo ha evidenziato che, anche se non ci sono rischi per la salute dei consumatori dal punto di vista della sicurezza alimentare (gli sciroppi con zuccheri aggiunti sono idonei al consumo umano), si mina la fiducia che il consumatore ha nella catena alimentare mettendo a rischio la reputazione del miele. Il danno maggiore riguarda i produttori che si interfacciano con la concorrenza sleale di chi abbassa i prezzi grazie all’aggiunta fraudolenta di sciroppo di zucchero a basso costo.

Nel 2021 il valore medio europeo  per il miele importato era di 2,32  €/kg, mentre gli sciroppi di zucchero a base di riso sono disponibili al costo di  0,40- 0,60 €/kg. Questa differenza genera un vantaggio ai truffatori e una perdita di fiducia degli apicoltori professionisti che, di fronte  alla concorrenza sleale e alle alternative più economiche del prodotto, rischiano di chiudere la loro attività, con un impatto inevitabilmente negativo sulle quantità di miele di qualità prodotte in Europa.

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